DIFFAMAZIONE

Un dipendente, licenziato dopo aver espresso critiche sul proprio datore di lavoro tramite messaggi, è stato reintegrato grazie a una sentenza del Tribunale di Rimini. Il giudice ha stabilito che le parole dell’uomo non erano offensive né diffamatorie, ma rientravano nel legittimo diritto di critica riconosciuto ai lavoratori, purché espresso in modo civile e senza falsità.
L’avvocato del dipendente ha sottolineato l’importanza di tutelare chi manifesta opinioni personali con toni rispettosi, ricordando che dal confronto possono nascere miglioramenti nelle dinamiche aziendali.
Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, il caso rappresenta un precedente rilevante sul tema della libertà di espressione nei luoghi di lavoro, evidenziando il delicato equilibrio tra tutela dell’immagine aziendale e diritto dei dipendenti a far sentire la propria voce.


Traduzione LIS: Gabriella Grioli